/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Nella mappa globale della siccità, l'Italia è fra i punti caldi

Nella mappa globale della siccità, l'Italia è fra i punti caldi

Sono 21 le zone a rischio nel mondo, dal Nord della Cina al Cile

28 aprile 2024, 15:23

di Enrica Battifoglia

ANSACheck

L 'irrigazione delle colture agricole è fra le cause della crisi idrica, accanto al cambiamento climatico e lala crescita demografica (fonte: zms, iStock) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dalla Cina settentrionale alle coste cilene, sono 21 le aree del mondo nelle quali la disponibilità di acqua sta diventando un problema e fra queste c'è l'Italia, dove la causa principale è l'irrigazione per l'uso agricolo. E' il quadro che emerge dalla prima mappa globale della siccità, che raggruppa in sette zone i 21 punti caldi della crisi idrica, pubblicata sulla rivista Environmental Research Letters: coordinata dall'Università olandese di Utrecht, è stata condotta con il finanziamento della National Geographic Society. Oltre all'uso agricolo, domestico e municipale dell'acqua, le altre principali cause della carenza sono i cambiamenti idroclimatici e la crescita demografica,

Più in generale, ad accomunare le 21 aree, identificate grazie all'analisi combinata di modelli idrogeologici e di 300 casi descritti nella letteratura scientifica, è l'esistenza di un divario significativo tra la domanda di acqua da parte dell'uomo e la disponibilità di questa risorsa. "Sebbene abbiamo scoperto che la scarsità d'acqua ha fattori simili in alcuni punti caldi, l'impatto sulle persone, sugli ecosistemi e sulle economie, così come le risposte sociali e politiche, potrebbero variare notevolmente da luogo a luogo", osserva Myrthe Leijnse, prima autrice dello studio e ricercatrice dell'Università di Utrecht. "Speriamo che questa ricerca - ha aggiunto - dimostri ai decisori politici che, se esistono fattori comuni che contribuiscono alla scarsità d'acqua, possano esistere soluzioni comuni per affrontarla".

Sarebbe un errore pensare ai punti caldi della siccità solo come a luoghi dall'aspetto arido: "la scarsità d'acqua non si presenta sempre come un lago o un fiume che si prosciuga in un clima arido, ma può manifestarsi anche in climi più umidi come un flusso temporaneamente basso o un abbassamento dei livelli delle acque sotterranee", dice uno degli autori della ricerca, Marc Bierkens, National Geographic Explorer e professore di Idrologia all'Università di Utrecht.

L'Italia appartiene alla zona che comprende il maggior numero di punti caldi: ben otto su 21, tutti accomunati dall'uso agricolo dell'acqua. Con il nostro Paese fanno parte di questo gruppo la grande pianura alluvionale della Cina settentrionale, la valle che attraversa la zona centrale della California, gli altipiani degli Stati Uniti occidentali, la valle del Nilo bianco in Sudan e il delta del Nilo.

Fra le altre sei zone, la penisola arabica soffre di una bassa disponibilità di acqua naturale contro un elevato consumo di acqua pro capite, mentre in Cile centrale, Spagna e nel bacino australiano del Murray Darling il problema è il progressivo calo delle precipitazioni; l'impatto della crescita della popolazione si fa sentire nei bacini fluviali dell'Indo e del Gange, l'impoverimento delle acque superficiali e sotterranee è un problema nelle zone costiere di Perù e Iran, lo sfruttamento eccessivo delle acque sotterranee sta provocando il cedimento del terreno in Messico, Giava e Vietnam; infine, in Thailandia, uno dei maggiori esportatori di riso al mondo, è un serio il cosiddetto commercio virtuale dell'acqua, ossia la quantità di acqua necessaria per questa produzione.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza