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Badolati racconta i figli traditori della 'ndrangheta

Badolati racconta i figli traditori della 'ndrangheta

Giornalista Gazzetta del Sud esamina fenomeno sempre più diffuso

COSENZA, 20 maggio 2024, 15:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Ezio De Domenico) ARCANGELO BADOLATI 'FIGLI TRADITORI. I RAMPOLLI DEI BOSS IN FUGA DALLA 'NDRANGHETA' (Luigi Pellegrini editore, 201 pp, 15 euro) Un fenomeno, ormai, sempre più diffuso e che ha già determinato conseguenze concrete negli equilibri di potere all'interno dell'organizzazione criminale calabrese, considerata la più potente al mondo per disponibilità di risorse e per la sua capacità di condizionare le scelte delle amministrazioni pubbliche a tutti i livelli, anche a livello internazionale: i figli dei più potenti boss della 'ndrangheta che si ribellano ai loro padri e si distaccano, con l'ambizione di emanciparsi dalle "regole" soffocanti dell'organizzazione. E che decidono, di conseguenza, di collaborare con le Procure antimafia per rivelare i segreti più intimi delle 'ndrine e dei loro assetti organizzativi.
    E' questo l'argomento che Arcangelo Badolati, caposervizio della Gazzetta del Sud, approfondisce nel suo libro "Figli traditori.
    I rampolli dei boss in fuga dalla 'ndrangheta", pubblicato da Luigi Pellegrini editore.
    La scelta di questi "figli traditori", tra l'altro, fa venire meno una delle regole su cui si è basata storicamente la forza stessa della 'ndrangheta: la sua impermeabilità grazie ai vincoli familiari su cui è basata la sua stessa struttura, garanzia di fedeltà assoluta ai principi ed agli scopi dell'organizzazione. Il che spiega anche lo scarso numero di pentiti che ha sempre registrato la 'ndrangheta rispetto alle altre mafie del nostro Paese.
    Il volume di Badolati contiene una prefazione dello scrittore e docente universitario italo-canadese Antonio Nicaso ed un contributo del sociologo Ercole Giap Parini, direttore dei Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università della Calabria.
    Il racconto del giornalista della Gazzetta del Sud approfondisce le vite e le scelte dei figli "redenti" dei boss di Limbadi, Lamezia Terme, Cosenza, San Leonardo di Cutro, Cirò Marina, Rosarno, Cosenza, Platì, Briatico, Davoli e Crotone. Uomini e donne che hanno svelato i retroscena di delitti e di lucrosi affari maturati nelle loro cosche di appartenenza. Tutto ormai sta rapidamente cambiando all'interno della 'ndrangheta e il volume di Badolati lo dimostra attraverso storie, aneddoti e sentenze giudiziarie. "'Figli traditori' - scrive nella prefazione Antonio Nicaso - è un volume utile. Attraverso le sue pagine, il lettore potrà immergersi nella vita di almeno una ventina di rampolli di 'ndrangheta che hanno deciso di collaborare con la giustizia, assumendosi il carico di una decisione difficile, come appunto quella di tradire il proprio sangue, per non essere del tutto fagocitati in un mondo in cui l'autodeterminazione sembra essere un lusso riservato a pochi.
    Ogni storia è unica, con sfumature di colpa, rimorso, ma anche speranza e redenzione. Si scopre che dietro il volto spesso impenetrabile dei collaboratori di giustizia si nasconde un conflitto interiore dilaniante, fatto di affetti contrastanti, di paura e di coraggio".
    Arcangelo Badolati, che ha firmato più di venti pubblicazioni sulla storia della criminalità organizzata calabrese, è anche autore di testi teatrali, sceneggiature e trasmissioni televisive.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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