"Oggi il Burkina Faso
per il fondamentalismo islamista è quello che dieci anni fa
rappresentava il nord dell'Iraq. E Dori, nel nord del Paese,
rappresenta quello che Mosul era in quegli anni, considerata
capitale del sedicente Stato Islamico. Come per quell'ampia area
mediorientale nel 2014, una grande parte del Burkina Faso,
probabilmente oltre il 50%, è oggi nelle mani di gruppi
terroristi jihadisti". Lo afferma il direttore della fondazione
pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro Monteduro,
commentando l'attacco terroristico a Dori, durante una messa,
nel quale sono rimaste uccise, secondo il bilancio provvisorio,
15 persone.
"I cristiani in modo particolare sono le vittime della loro
ferocia. Sono oramai milioni gli sfollati interni o che provano
a migrare vagando tra villaggi e città oramai deserte e alla
ricerca di un posto dove abitare. Aree anche irraggiungibili
anche per le organizzazioni umanitarie", aggiunge Monteduro.
Di qui l'appello della fondazione pontificia: "Aiuto alla
Chiesa che Soffre invoca le istituzioni internazionali affinché
si comprenda che non è possibile ulteriormente non considerare
le sofferenze di queste comunità africane innocenti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA