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Ambasciata Israele a Chiese, 'rammarico per parole su Gaza'

Ambasciata Israele a Chiese, 'rammarico per parole su Gaza'

Delegazione presso la S.Sede contesta l'uso della parola guerra

ROMA, 02 luglio 2024, 13:49

Redazione ANSA

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L'ambasciata d'Israele presso la Santa Sede contesta la presa di posizione delle Chiese di Terra Santa che parla di "guerra di Gaza". "'La guerra contro l'esistenza di Israele' descriverebbe gli eventi degli ultimi 9 mesi in modo più realistico" si legge nel documento in cui si esprime rammarico per le parole che con "pretesti religiosi e astuzie linguistiche non fa altro che opporsi al diritto di Israele di difendersi".
    L'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede replica ad un documento dell'Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa sulla cosiddetta "Guerra di Gaza". "Gli obiettivi dell'operazione nella Striscia di Gaza, fin dal primo giorno erano chiari: porre fine al dominio di Hamas in questo territorio e garantire che atrocità come quelle commesse il 7 ottobre non si ripetessero", sottolinea l'ambasciata.
    "L'affermazione del documento secondo cui il principio della distinzione tra civili e combattenti è stato ignorato da entrambe le parti in questa guerra, crea una falsa simmetria che riflette pregiudizi e unilateralità. I fatti mostrano che Israele fa del suo meglio - si legge nella nota - per fare la distinzione sopra menzionata mentre Hamas sta facendo il contrario, incorporando deliberatamente civili e combattenti come elemento centrale nella sua strategia di combattimento, apparentemente sapendo che ci saranno quelli che incolperanno Israele. Il modo in cui il documento utilizza il termine 'guerra giusta' non è compatibile con il diritto internazionale che Israele rispetta e si attiene". Il documento delle Chiese, secondo l'ambasciata di Israele in Vaticano, '"ignora opportunisticamente gli attacchi simultanei contro Israele da Libano, Siria, Yemen e Iran".
    "C'è insomma da rammaricarsi che un gruppo di esponenti della Chiesa Cattolica abbia deciso di emanare un documento che, con pretesti religiosi e astuzie linguistiche, non fa altro che opporsi di fatto al diritto di Israele di difendersi dai suoi nemici che dichiaratamente intendono porre fine alla sua esistenza", conclude la nota.
   

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